Intervista di orvietosi.it a Fabio Giovannella, responsabile di Praesidium, il comitato risparmiatori azionisti BpB.
L’estate, le Olimpiadi, un po’ di assenze per ferie corrono il rischio di far appassire l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini sulla vicenda della vendita di azioni BPB che ha creato disagio e preoccupazione in centinaia di risparmiatori, che possiedono diversi milioni di euro di cui non sanno se potranno rientrare in possesso e, bene che vada, in quale quantità. Molti hanno già intrapreso le vie legali per difendere il difendibile dei propri risparmi.
Il comitato Praesidium ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Terni.
In molti c’è preoccupazione, in molti atri disperazione, ma la città complessivamente, politica in capo, sembra assorbire silenziosamente, forse narcotizzata da notizie tranquillizzanti che vengono dai dirigenti di CRO e BPB.
E allora chiediamo a Fabio Giovannella di mettere i puntini sulla” i” di FATTI.
Le azioni della B.p.B. hanno qualche valore o sono carta straccia?
Abbiamo dei” fogli” dove prima era scritto vale 9.53 ed ora 7.50, azioni che nessuno vuole a qualsivoglia prezzo e per le quali gli emittenti stessi non sanno cosa dire.
Si dice che la B.p.B . sia banca solida ma nessuno la vuole, nessuno compra né investitore istituzionale né privato.
Questo anche perché il prezzo appare, stante a quanto ci dice il sole 24 ore, di” fantasia” e forse lo era al momento della vendita.
Oggi la banca è impegnata in una complessa ed inesplorata procedura per liberarsi dei crediti deteriorati minimizzando l’impatto sulle perdite in bilancio.
A chi sono state vendute le azioni da CRO?
A giudicare dai più di 100 azionisti che si sono associati al comitato Praesidium e che aumentano di giorno in giorno, è stata effettuata una vendita massiccia, che ha trovato un prato fertile nella fiducia che da lunga data la C.R.O. si era guadagnata .
Basta parlarci con gli azionisti per capire che non sono speculatori che tutti insieme si sono mossi, che non hanno il profilo adatto, che non volevano rischiare e che in alcuni casi oggi si dichiarano in crisi e senza prospettive perché lì ci sono i risparmi di una vita..
Ci risulta che gli stessi dipendenti della banca tramite le rappresentanze sindacali si siano dissociati dalla vendita, È vero?
Chi ha forzato le vendite?
Quali le conseguenze nel nostro territorio?
Le risorse economiche immobilizzate e che non è chiaro fino a che punto sono e saranno bruciate sul rogo dei bilanci della B.p.B,. sono, a nostro avviso, ingenti e non esiste nella città alcuno che o in modo diretto o indiretto non ne sia impattato.
Meno soldi, meno acquisti negli esercizi commerciali, meno compravendite, meno lavoro per i professionisti ed imprese del territorio.
Cosa dicono le forze sociali della città e della regione?.
Noi di questa vicenda avremmo voluto sentir parlare, magari anche per arrivare alla conclusione di aver torto, ma il silenzio o le fughe tattiche imperano.
Per capire quali sono le dinamiche del settore è sufficiente leggere gli articoli del settimanale L’Espresso del14 agosto a firma Vittorio Malagutti e Lirio Abbate.
I partiti tacciono o fanno finta di non capire, “è materia complessa”, se succederà il peggio li troveremo allora a fare grandi dichiarazioni di circostanza.
Il commercio non pensa che quello che la sera si trova nel”cassetto” dipenda dalla ricchezza del territorio?
La Cassa di Risparmio di Orvieto vale davvero la metà ?
A leggere le dichiarazioni trionfalistiche del presidente CRO Ravanelli sembrerebbe che “tutto va bene madama la marchesa.” Non della stessa opinione è la stessa B.P.B, che nella sua relazione di bilancio svaluta la sua partecipazione del 73.47% nella C.R.O. da 163 M€ del 2014 a 80 M€ nel 2015 e precisa che il metodo di valutazione è lo stesso nei due anni.
Il bilancio 2015 C.R.O. non è immune dalla crisi di settore . La gestione corrente ha un valore positivo in calo che non copre le svalutazioni degli asset, l’esercizio si chiude con una perdita. Non si distribuiscono utili agli azionisti e non si genera valore. Le trimestrali e semestrali , non obbligatorie per le società non quotate , non sappiamo cosa dicano riguardo il 2016.
Gli aggettivi solido e sano non ci dicono nulla, la borsa insegna.
C.R.O. sarà fusa per incorporazione ?
È una paventata possibilità.
Come regolato dal codice civile se C.R.O. sarà fusa per incorporazione in B.p.B cesserà di esistere, il marchio potrà essere mantenuto per il tempo in cui rappresenterà un plus commerciale.
Saranno sportelli della B.p.B che avranno il logo C.R.O.
Le promesse di autonomia e mantenimento dei livelli occupazionali, sempre fatte , non sono quasi mai mantenute, soprattutto quando cozzano con logiche di efficienza e riduzione dei costi.
Dopo ottobre di chi sarà la banca quando si trasformerà in s.p.a.? Chi può promettere cosa?
Ai professionisti la similitudine con lo spostamento del tribunale non dice nulla?
Ci piacerebbe che la città aprisse un dibattito a cui daremmo volentieri il nostro contributo.
Per poter tentare di mettere i puntini vorremmo avere l’incontro da tempo richiesto, sia direttamente che tramite il sindaco di Orvieto, con C.R.O. Era stato promesso ma il tempo corre ed i responsabili C.R.O e B.p.B non si vedono.
Come i nostri soldi.