Riceviamo dal M5S Orvieto di Orvieto e pubblichiamo.
«Nel doveroso ringraziamento da fare a chi permette alla città di funzionare- scrive Lucia Vergaglia, capogruppo M5S Orvieto- anche quando è tempo di vacanze, medici, forze dell’ordine, volontari della protezione civile, personale tecnico, operatori ecologici e dei trasporti come i tanti lavoratori privati, ad esempio del commercio e del turismo, c’è da trarre un primo bilancio di questa stagione estiva, la terza di seguito “drogata” nei numeri di alcuni comparti come quello della ristorazione e dell’accoglienza, dall’impatto giubilare.
Già, il Giubileo. Non deve dimenticare l’Amministrazione, quando rivendica incrementi nei flussi di visitatori ad Orvieto, che sono ben tre anni che si susseguono eventi che favoriscono il turismo religioso nell’Orvietano. Un caso letteralmente unico che, a meno dell’avverarsi della promessa dell’ex vescovo Scanavino di rendere “Santuario” il nostro Duomo, difficilmente si ripeterà nei numeri; o meglio: non ci sono motivi per credere che si ripeta e quindi sarebbe stato opportuno e doveroso cogliere l’occasione del maggior flusso per agire. Invece segnaletica ferma al palo, bandi fermi al palo, convention bureau presentato e fermo al palo, aree interne non pervenute, nessuna strategia digitale ed un numero impressionante di occasioni sprecate con il Marketing Territoriale abbandonato nelle mani di un assessore pressoché invisibile.
La debolezza dell’Amministrazione esplode con la polemica sulle “pedane”, dapprima permissivista e poi draconiana con gli ufficiali col centimetro in mano persino questo venerdì di metà agosto, in pieno festival, presso locali che erano a disposizione tutto l’inverno. Disagio per lavoratori, per ospiti e dimostrazione che quanto diceva il M5S sulla mancanza di equilibrio non era campato affatto in aria. Ed anche in questo caso la mancanza di un referente per i commercianti si fa sentire. Che dire poi dell’assenza del Comune sulla partita delle tipicità: dalle Denominazioni Comunali De.Co. ancora ferme nonostante la mozione M5S approvata unanimemente alla nuova, estrema, azione di contingentamento della produzione per i vini di Orvieto. Un brutto segno davvero.
I nodi che vengono al pettine sono tanti, non solo quelli annosi che hanno origini lontane nel tempo e per le quali tutti sapevano, potevano agire ed invece hanno messo la testa sotto la sabbia come la questione mercurio nel Paglia, quella de Le Crete e, nella recente vicenda delle quote in possesso della Fondazione CRO per la questione azione del Banco Popolare di Bari che deflagrerà in autunno con la trasformazione dell’azienda in SPA e l’annunciata incorporazione della Cassa orvietana. Ci sono dei responsabili dell’aver sottovalutato od ignorato vicende così gravi e dovrebbero avere un sussulto di dignità e cominciare a farsi avanti.
Invece l’unico momento di sussulto è stato il fare gli offesi con la Corte dei Conti ed impugnarne il verdetto che boccia l’uscita dal predissesto. Se queste sono le premesse si dovrebbe rimanere sfiduciati e rinunciare alle proprie iniziative.
E nonostante questo ci sono orvietani che si impegnano giorno per giorno a cercare di mandare avanti la città ed il territorio, che investono consapevoli del rischio di un quadro normativo che cambia con gli umori di governo ed amministrazioni, che sono gli unici sempre presenti a dare testimonianza di una città viva che vuole vivere, anche d’estate, mentre gli altri fanno vacanza. A loro il nostro ringraziamento e la promessa d’ulteriore impegno, d’una opposizione che non sia solo facciata ed alzate di voce, d’una capacità di proposta promessa d’una città futura che possa incarnare lo spirito che fece grande, centrale e rispettato questo territorio.»