Sulle “Opinioni del lunedì” a firma di Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella in materia di bilancio si è scatenato l’inferno. Prima la risposta di Gnagnarini a Barbabella e Leoni, poi l’Opposizione che risponde a Gnagnarini. Inevitabile la controreplica dell’assessore al bilancio. A questo punto, doverosa, tirato in causa da più parti, l’intervento di Barbabella a cui si deve la paternità di cotanto brio politico.
di Franco Raimondo Barbabella
Ragazzi, ditemelo, ci dobbiamo inchinare? È arrivato il Cancelliere dello Scacchiere di sua Maestà? Massimo, sarai il più bravo, il più bello, er mejo fico der bigonzo, ma datte una bella calmata! Ora non sarà che nessuno al di fuori di te e pochi altri può discutere di bilancio, e non sarà che è diventato reato di lesa maestà rilevare che l’operazione di uscita anticipata dal predissesto, scrostata dai paramenti propagandistici, è un’operazione furbetta di corto respiro. Sta a vedere poi che bisogna stare attenti che un assessore al bilancio non si picchi per osservazioni politiche su un atto squisitamente politico come il bilancio, anzi, l’atto massimamente politico di un’amministrazione comunale.
Sia chiaro però, non mi interessa tanto sottolineare il tono stizzito e spocchioso della reazione, quanto rilevare che essa aggrava il significato politico (si caro Massimo, proprio politico) dell’intera operazione, cioè il modo di intendere il bilancio, ridotto a manovra contabile senza riferimento ad un disegno politico. Dov’è infatti il disegno politico? Quale è la strategia per la città e il territorio tale da giustificare una rimodulazione del rientro dal debito che nel breve consente si di avere un pò di fondi a disposizione ma a prezzo di una spalmatura di parecchi milioni sui prossimi trent’anni a partire dal 2019? Che si fa, continuiamo a scaricare sul dopo? E le operazioni progettuali non improvvisate che nel tempo possono consentire alla città di respirare e vivere dove sono?
Magari questa poteva essere un’occasione per farci capire qualcosa di più sugli orientamenti dell’Amministrazione circa le questioni essenziali che interessano la nostra comunità. No, invece ora pare di capire che il Comune di Orvieto ha ingaggiato una lotta generosa a favore di tutti i comuni italiani contro una magistratura contabile che intenderebbe coartare le amministrazioni con la sua interpretazione presuntamente autentica delle leggi. E sta a vedere che noi dovremmo pure metterci a fare il tifo!
Piuttosto, caro Massimo, tu dici che non essendo un ingenuo hai chiesto e ottenuto l’avallo preventivo dal magistrato relatore. Come, come, ho capito bene? Ma la Corte dei Conti è un organo di controllo di regolarità contabile o anche organo di consulenza preventiva sulla transitabilità degli atti? Francamente, questa roba non mi pare il massimo né dell’eleganza né della linearità giuridico-amministrativa. E che ci vuoi dire poi col fatto che sai che cosa è successo in Consiglio e però non vuoi diffonderlo per ovvie ragioni? Mica si può fare cosi: se sai devi dire, sennò semplicemente devi tacere. O pensi che dobbiamo stare tutti col fiato sospeso in attesa che ci venga rivelato il mistero?
[Quest’ultimo pezzo lo avevo già scritto quando ho letto la tua precisazione. Non mi hai convinto. Per questo lo lascio]
Chiudo. Che fatica eh? Troppa, non ti pare? Non mi meraviglia come hai risposto, mi meraviglia che hai risposto. Questo ti riscatta un po’. Oddio, che ho detto, sta a vedere che ora ti monti di nuovo la testa!