ORVIETO – Entrarci è un po come mettere i piedi in un’altra dimensione, uscirne è come lasciarsi dietro una realtà vista più e più volte mai esplorata nel suo intimo. Un museo diffuso dove la tecnologia trova il suo compagno di vita nella materia malleabile che prende forma sotto le dita di esperti ceramisti, dove le immagini interattive si sposano con vasi dentro teche e piastrelle che disegnano percorsi e guidano mani, piedi e cuore nelle vie della città.
“orvietoVIE” è dentro e fuori la Rupe, è sopra e sotto la città, è in tutta Orvieto per raccontarne il meglio, per rispolverarne via le dimenticanze e per riattualizzarne la storia. Non a caso il logo creato per accompagnare questo progetto realizzato dallo studio Merlo sono quattro vie, le principali, quelle che dalla torre del Moro, si snodano per tutto il centro storico e il nome “orvietoVIE” era già contenuto nelle sue tre sillabe. Insomma, tutto era già scritto ma non ancora interpretato.
Questa sorta di “bussola moderna” pensata e costruita per capire e leggere meglio la città, partendo dai suoi beni architetonici passando per l’enogastronomia, deviando per l’archeologia, attraversando la storia per arrivare al presente, è stata inaugurata ieri a palazzo Simoncelli da dove in realtà tutto è iniziato in quanto la sua vocazione primaria era proprio quella di diventare il museo della ceramica. Ecco perché è stato scelto questo contenitore.
“Finalmente – afferma il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani – diventa vero lo slogan che l’orvietano Piergiorgio Maoloni, uno dei grandi della grafica italiana, ci regalò venti anni fa: ‘Orvieto città narrante’. Il centro “orvietoVIE” fa parlare alla città una lingua nuova. Invita alla scoperta e, perché no?, alla riscoperta, di storie e del grande patrimonio storico e artistico, orienta il visitatore e invoglia ad uscire per le vie così da entrare in intimità con quelle suggestioni evocate dalla forza delle immagini”.
Sono tre sale pensate e costruite come antiche botteghe di vascellari, con un tavolo-nastro che segue il perimetro delle pareti sul cui piano si alternano splendide formelle di ceramica decorate nello stile orvietano, schermi interattivi ad alta definizione, tablet e prese audio plurilingue. Sul lato di sinistra, eleganti teche consentono un intrattenimento ludico ed esibiscono alcune opere dei maestri ceramisti di ieri e in attività. Alle sale si accede attraversando lo spazio destinato ad un “info point”, decorato con una grande (e utile) mappa e fornito di arredi funzionali alla collocazione di materiali promozionali.
Appena sopra, un “social point”, uno spazio di incontro e “relax” ricavato nel mezzanino, arredato con una “panchina parlante” dotata di tablet per l’interazione dei visitatori con il mondo dei “social network”. Altre “panchine e totem parlanti” sono collocate nei punti più intensamente frequentati di Orvieto quali avamposti degli ambienti immersivi. A complemento dell’esperienza di visita, una app scaricabile (gratuitamente) da usare anche come audioguida e come mezzo di condivisione ed un sito internet (www.orvietovie.it). Una sintesi di argilla, silicio e visioni per orientare il visitatore in quel palinsesto di storie, monumenti e suggestioni che è la città di Orvieto.
“Il centro – aggiunge l’assessore alla Cultura, Vincenzina Anna Maria Martino – rende trasparenti e leggibili alcuni dei più affascinanti contenuti del costituendo Centro di Documentazione, Ricerca e Sperimentazione della Ceramica. I contenuti multimediali, l’interattività e il carattere emozionale del racconto visivo rispondono in maniera convincente alle domande di un turismo qualificato ed esigente e sono bene in linea con le innovazioni che stiamo praticando sia con il progetto ‘Experience Etruria’ sia con le attività previste dal Distretto Culturale Interregionale ‘Etruria Meridionale’”.
La struttura, realizzata dal Comune di Orvieto con il contributo finanziario della Regione Umbria e della Provincia di Terni, occupa gli spazi del piano terra di Palazzo Simoncelli, nella centralissima Piazza del Popolo, sede del costituendo Centro di Documentazione, Ricerca e Sperimentazione della Ceramica.
“orvietoVIE, museo diffuso” sviluppa una suggestiva e completa narrazione della città con il linguaggio delle immagini, lasciando che a dar forma al racconto siano le metafore legate al passato e al presente della ceramica e alle diverse fasi della sua lavorazione.
Lo scopo, come già accennato, è orientare il visitatore alla scoperta e alla ricerca dei nuclei identitari di Orvieto – l’archeologia, la singolare geologia, l’arte e l’architettura, l’enogastronomia, il paesaggio, il mondo sotterraneo – in maniera emozionale, sintetica e, al tempo, rigorosa.
La prima sala – “la città di sopra” – presenta i temi della storia, dell’architettura e dell’enogastronomia e produzioni agroalimentari. La seconda sala – “la città di sotto” – racconta la città più misteriosa e propone itinerari inconsueti e di grande suggestione: i paesaggi della rupe, le archeologie e l’inesplicabile labirinto sotterraneo di pozzi, grotte e cunicoli.
L’ultima sala, dotata di un grande schermo, offre una sintesi di tutto ciò che si è visto in precedenza, allo scopo di offrire al visitatore il “meglio di Orvieto”. La fruizione dei contenuti è di tipo “nomade”: non ci sono percorsi ordinati secondo rigide sequenze.
Ciascuna postazione multimediale invita alla scoperta di un’identità, di un carattere, che può diventare parte del tutto oppure di una esperienza di visita individualizzata, a misura degli interessi dell’utente. È tuttavia possibile una visione di gruppo su temi specifici con l’ausilio della diffusione dei contenuti audio nelle sale anziché nelle cuffie.
Un’opportuna menzione spetta agli artefici di “orvietoVIE”: all’architetto Emanuela Todini, suoi il progetto museale e i lavori di selezione dei contenuti, allo “Studio 21 snc” di Lisa Tavarnesi e Alessandro Dei, autori del progetto grafico e multimediale, all’agenzia di eventi “Merlo SpA”, che ha curato l’allestimento delle sale. Il centro “orvietoVIE, museo diffuso” resterà aperto tutti i giorni e prevede un ticket di ingresso di due euro.