di Massimo Maggi
All’armi all’armi are campane sona. Così cantava il Parto delle nuvole pesanti nella mitica Raggia. ‘Attento a chini ti sta vicino mo’.
Che dire? In realtà non volevo dire nulla, sennonché una mia carissima amica mi ha ricordato quanta tristezza, e vuoto di opinione, avvolga l’informazione in questi tempi bui. In tempi che nessuno sa fare neanche il proprio mestiere e non sa neanche quando parlare o starsene zitto. Così capita che, nonostante aver scritto fiumi di articoli caduti nel vuoto, sia necessario, ma non vitale, ritornare sull’argomento. E’ curioso e singolare che qualcuno vada a disturbare la Digos o la Prefettura su amenità grillesche, e non avendo notizia di esposti o denunce è altrettanto scomodo per chiunque richiederne un accesso a fantomatici atti, inesistenti o infondati. In tempi in cui sarebbe opportuno, e questa volta anche vitale, occuparsi di cose serie ci troviamo costretti a ‘giocar di sponda’, facendo riferimento a banalità da ‘Bar dello Sport’, per metter l’accento sul vero ‘spettro che si aggira per le moderne, dirette o rappresentative, democrazie’.
Il fatto, per entrare nel merito, è riferito ad una articolo apparso giorni fa su OrvietoSi, dove un ‘gruppo consigliare’, onanistico e famigliare, si arroga il diritto di censura su chiunque l’abbia votato a rappresentarlo o, ancor più assurdo, pensa di poterlo sostituire nella rappresentanza. Conosciamo benissimo le discrasie dello strumento democratico che fecero venir il mal di testa persino a Jaen Jacques Rousseau, ma ciò non toglie che a simili bestialità o non va dato ascolto o va posta ferma risposta. Nell’articolo in oggetto forse, dico forse, sono rievocato in anonimo come l’anti 5 stelle; no, lo ripeto un’altra volta, non sono anti, sono altro. Il mio manoscritto sul Movimento ha già oltrepassato le 1500 pagine e credo che sia giunto il momento di sostituire la penna con la gomma prima della pubblicazione. L’anti-grillismo non ha nessuna ragione di esistere poiché è l’anima del grillismo stesso. Tutti contro tutti. E’ un movimento di delazione perpetua e di un giustizialismo che, addirittura, non prevede regole prestabilite. Ma lo sappiamo bene: Grillo quando scrive i suoi comunicati “”politici”” è sempre ‘un po’ stanchino’. E quindi può accadere che qualcuno confonda un comunicato ‘ad capocchiam’ con un ‘gracidar nello stagno’. Ma dove sia scritto che il famigliare di un eletto/a possa aver certificazione acquisita a ‘sproloquiar per lo movimento‘ non sono riuscito ad evincerlo neanch’io. Mi dispiace sinceramente per chi, avendo avuto l’occasione di partecipare ai ‘Forun Cittadini’ umbri – e non forum civico – sia ricaduto nel Circeo incantesimo della generazione di Omerica, o molto dopo Bruniana, memoria. Ma dove non arriva l’ipocrisia sappiamo benissimo che arrivano, con ambigua demagogia, i ‘tradutottori dei traduttor d’Omero’. Qualcuno li chiama ‘Luoghi Ideali’ ma per me restano ‘Non Luoghi’ dove si confondono, o peggio si mistificano, le ‘Pari Opportunità’ con ‘Impari Opportunismi’. E neanche una sinfonia infinita di Jean Paul Sartre potrebbe permeare di qualcosa questo squallido nulla.
ad impossibilia nemo tenetur