di Andrea Lignani Marchesani
Da relatore di opposizione agli atti che hanno portato all’indizione del referendum per l’unificazione dei cinque Comuni dell’Alto Orvietano, non posso che amaramente constatare di essere stato facile profeta.
L’unificazione di piccoli Comuni è un’opportunità che sta diventando economicamente ineludibile e la Giunta regionale, con la sua arroganza nel bruciare i tempi, ha creato un pericoloso precedente.
Quando si incide sul futuro di “torri civiche” e di “campanili” si rischia il cortocircuito: era necessario rispettare i cittadini chiamati alle urne per eleggere nuovi Sindaci ed era inopportuno cambiare le carte in tavola con norme ad hoc.
Ora sarà difficile, in futuro, vincere egoismi localistici dopo un risultato come questo, che deve ovviamente essere rispettato.
La Presidente Marini e l’Assessore Paparelli tengano fede agli impegni presi in sede di dibattito e dichiarino ufficialmente di non voler procedere al disegno di legge di unificazione: rispettino la volontà popolare.