Riceviamo dalle RSU di Umbria Tpl e Mobilità della Provincia di Terni e pubblichiamo. La lettera è indirizzata a tutte le istituzioni amministrative dell’Umbria.
Oggetto: No allo Smembramento e alla Privatizzazione di Umbria Tpl e Mobilità
Con la presente, la chiede alle istituzioni ternane di poter intervenire positivamente sulla eventuale decisione da parte dell’assemblea dei Soci di “scorporare” e di vendere a un soggetto terzo, le loro quote di Umbria Tpl e Mobilità.
Tale operazione, nostro malgrado appare come una vera e propria svendita dell’Azienda, a discapito della qualità e della quantità del servizio, addebitando le perdite alla collettività e lasciando i profitti ai privati.
Come descritto nel piano degli Advisor, l’Umbria Tpl e Mobilità è un’azienda sana ma coinvolta in con una forte crisi di liquidità legata alla mancata riscossione dei crediti fuori Regione. Un’ azienda che, come descritto nel piano di risanamento, gode di un’ottima solidità strutturale, caratterizzata da elevati standard di efficienza ed efficacia operativa che la rendono competitiva nel comparto del trasporto pubblico.
Per ripristinare una normale conduzione dell’azienda basterebbe utilizzare gli strumenti necessari per riscuotere i crediti romani e adottare misure, fino ad oggi non praticate, atte ad efficentare l’intera organizzazione aziendale. Dovrebbe essere intrapresa una seria opera moralizzatrice, determinando interventi volti ad una migliore gestione delle risorse disponibili, eliminando costi inutili, nonché rivedendo, in maniera proporzionale, anche i compensi del management aziendale.
La RSU di Umbria Tpl e Mobilità della Provincia di Terni ritiene che LA SVENDITA DELL’AZIENDA ad un soggetto terzo, è la strada più semplice per sbarazzarsi di un problema complesso e delicato, che richiede il convergere di diverse volontà politiche, dagli Enti proprietari al management alle rappresentanze sindacali.
LA PRIVATIZZAZIONE non è sinonimo di efficienza e qualità anzi, visto cosa è accaduto in altri paesi, spesso si è dimostrato il contrario.
La privatizzazione causerebbe, soprattutto per la provincia di Terni:
- 1. “L’isolamento dei paesi e delle zone meno “redditizie”. Stravolgendo il servizio pubblico in privato (il privato si sa, non ci rimette mai soldi)”, viene meno la garanzia di portare i servizi in quelle zone della regione più disagiate da un punto di vista logistico.
- 2. “Tagli delle corse , anche di zone con alta frequenza, ma ritenute non strategiche (tradotto: non remunerative)”.
- 3. “Aumento certo del prezzo dei biglietti per gli utenti.” Con aggravio sui conti delle famiglie umbre, che già devono fare i conti con la forte crisi economica.
- 4. “ Calo rispetto alla qualità dei servizi offerti. Il privato, per sua natura, non cerca di incrociare la domanda degli utenti e non investe nei servizi pubblici.
- 5. “Precarizzazione e perdita di diritti dei lavoratori del trasporto pubblico.” Con il rischio, concreto, che si verifichino numerosi esuberi di personale.
La privatizzazione non rappresenta una soluzione al problema!
L’ipotesi dello smembramento va in controtendenza rispetto alle motivazioni, condivise da tutte le OO.SS. e le forze politiche, che hanno portato alla costituzione dell’azienda unica regionale.
Il progetto “Azienda unica regionale” frutto della fusione delle 4 aziende pubbliche di trasporto umbro, nonostante tutto, ha rappresentato, un esempio di integrazione valido per tutti gli altri servizi a rete, caratterizzati da una gestione frammentata in una moltitudine di aziende locali. Ha, in soli due anni di vita, generato economie di scala, con una forte razionalizzazione delle risorse disponibili e risparmi di gestione riguardanti il personale.
Facciamo appello perciò a tutte le Istituzione della Provincia di Terni affinché lo scenario sopra citato venga scongiurato.
Certi di un benevolo accoglimento si porgono Distinti saluti.
RSU di Umbria Tpl e Mobilità della Provincia di Terni