“Negli ultimi anni governi e Parlamento hanno sistematicamente sottovalutato il problema del diritto alla casa per tutti, con l’illusione che l’alto numero dei cittadini proprietari dell’appartamento in cui vivono e la prosecuzione di una politica di incentivo alla proprietà della casa avrebbe sostanzialmente risolto il problema abitativo nel nostro Paese. Ma così non è”. L’assessore regionale alle politiche della casa, Stefano Vinti, indica le priorità del settore al nuovo Parlamento nazionale. “Oltre al crescente numero di famiglie che rischiano di perdere la casa per la difficoltà nel pagamento del mutuo, afferma l’assessore, va segnalato l’impressionante numero di sfratti per morosità emessi ed eseguiti negli ultimi anni per dimostrare il contrario. Senza aggiungere i problemi della sicurezza e della accessibilità delle abitazioni per anziani e portatori di handicap, il degrado dei quartieri di edilizia popolare, l’aumento delle coabitazioni, la scarsa qualità urbana e l’assenza di politiche organiche e non episodiche mirate al contenimento dei consumi energetici e dello spreco di territorio.
La Regione Umbria, continua Vinti, è in prima fila, nonostante le difficoltà in cui siamo costretti ad operare, per garantire il diritto alla casa, sia attraverso interventi diretti con finanziamenti per l’acquisto della casa, sia attraverso la convenzione con gli istituti di credito per facilitare l’accesso ai mutui, sia attraverso il ruolo dell’Ater sotto il profilo dell’edilizia sociale.
Questo, però purtroppo non basta ed i dati disponibili stanno lì a dimostrarlo.
Ci aspettiamo, sottolinea Vinti, che il nuovo Parlamento ponga il problema dell’abitare tra le priorità da affrontare e faccia proprie le proposte già avanzate dalle organizzazioni sindacali. A partire dall’ampliamento dell’offerta di abitazioni in affitto compatibile con i redditi della domanda attraverso un piano poliennale, finanziato con un apposito fondo, che preveda programmi con una quota prevalente di edilizia residenziale pubblica a canone sociale integrati da altri interventi di edilizia sociale indirizzati prioritariamente alla locazione, per arrivare al contrasto all’ulteriore espansione e consumo del territorio privilegiando l’aumento dell’offerta abitativa in affitto attraverso operazioni di rigenerazione urbana su aree già urbanizzate ed il recupero qualitativo e funzionale del patrimonio abitativo esistente a partire dalle periferie degradate e dai quartieri di edilizia pubblica”.