ORVIETO – Mamma, figlia e nuora. Tutte e tre in manette per aver messo in piedi una banda tutta al femminile che era diventata l’incubo dei clienti degli autogrill del tratto orvietano dell’A1. La polizia stradale che le arrestate, su ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla procura di Orvieto, al termine di un anno e mezzo di indagini, attribuisce loro una sessantina di furti e borseggi. Di qui l’accusa di furto aggravato e continuato in concorso. Erano a quanto pare una squadra collaudata che operava non solo negli autogrill, ma anche ad esempio nei mercati rionali. Identica la tecnica: la figlia, più giovane e avvenente, attirava l’attenzione del malcapitato, mentre la madre era pronta ad entrare in azione nelle tasche di giacche e pantaloni ad un cenno d’ok – generalmente una piccola spintarella – da parte della nuora. Si tratta di tre donne di Eboli rispettivamente di 27, 50 e 33 anni, residenti – guarda caso – nella stesa palazzina della cittadina campana dove già in passato la Stradale di Orvieto ha arrestato altre persone dedite a questo tipo di attività. Una sessantina i colpi che gli agenti attribuiscono loro. Sono state identificate grazie ad una serie di riscontri, dalle telecamere a circuito chiuso degli autogrill ai tracciati telefonici. Il tutto a partire da un borseggio che si era consumato il 25 giugno 2011 nell’area di servizio di Fabro. Vittima un anziano che, con la solita tecnica, si era visto sottrarre 1500 euro e tutti i documenti. Al momento di pagare il caffè alla cassa, l’uomo non trovando il portafogli si rese conto di quanto successo e provò a rincorrere le tre donne che però nel piazzale dell’area di servizio erano già salite in macchina per darsi alla fuga. L’attività – ritengono i poliziotti della Stradale – era intensa e sistematica. Partivano da Eboli di buon mattino per portarsi nel territorio “di competenza” e nel tardo pomeriggio rientravano a caso. In un solo giorno super fortunato avrebbero segnato il record di 21 furti.
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