Riceviamo da Partito Democratico – Partito della Rifondazione Comunista – Partito Socialista Italiano e pubblichiamo.
Smontare e demolire. Questo il programma di fine consiliatura di Concina e della maggioranza di centrodestra. Hanno iniziato con il Laboratorio Teatro e con la Biblioteca Comunale; poi è toccato al Centro Studi alla Carta Unica e ora al Centro Sociale di Sferracavallo. L’ordine è quello di annientare i servizi culturali, turistici e sociali della città: il risentimento nato dall’incapacità di fare qualcosa di buono si esercita demolendo e smontando quello che negli anni era stato costruito.
Le “grandi trovate”, come l’immaginifica “Tema 2”, annunciata con grande sicumera e poi fatta rientrare con la coda fra le gambe, sono l’emblema risibile di un fallimento che è politico, culturale e ormai anche morale. Il balletto degli assessori dimissionari (sei) e la scarsa credibilità politica di questa compagine amministrativa è motivo della progressiva marginalizzazione di Orvieto. Tutto questo mentre la città attraversa una delle crisi più serie della sua storia recente.
Ma con quale legittimità politica un’amministrazione ampiamente detestata, priva di consenso e animata da tentazioni trasformistiche può proseguire quest’opera di demolizione? Non sarebbe meglio astenersi e ricorrere al verdetto delle urne? Non si potrebbe risparmiare alla città la messa in scena di uno spettacolo davvero poco nobile e interpretato solo da personaggi ossessivamente attaccati alle poltrone?
L’ultima della serie – la decisione di chiedere al Circolo Arci Anziani di Sferracavallo la restituzione delle chiavi della Sala Polivalente di Sferracavallo– è davvero esemplare. Per un mediocre calcolo di bottega elettorale si privano i 322 soci del Circolo e i cittadini di Sferracavallo di un “bene comune”, punendo ingiustamente una realtà associativa che, in questi anni, ha saputo collaborare con i giovani, le scuole, gli anziani. Ciò ha consentito di far nascere diversi progetti – “Spazzamondo” per la cultura del riciclo e recupero, le donazioni di materiale informatico alla scuola elementare, il WI-FI free e la postazione informatica pubblica – che hanno avvicinato le generazioni del quartiere, consolidato legami e animato un luogo importante.
Questo modo di fare – arrogante e approssimativo –liquida in maniera sommaria e irriguardosa la storia e l’esperienza di un gruppo di persone impegnate a rendere migliore la quotidianità di Sferracavallo, specialmente degli anziani o delle persone prive di legami familiari. Ma per sindaco e maggioranza tutto questo è superfluo, accessorio. Quello che conta davvero è smontare e demolire. A questo punto, mandare a casa questi signori è diventato il primo comandamento del buon senso.