ORVIETO – Chiesta una perizia contabile per l’evasione fiscale di Gianfranco Vissani. Ieri mattina nell’udienza filtro del procedimento a carico del noto chef, accusato di evasione fiscale e utilizzazione di fatture per storni incongrui, la difesa ha chiesto che sia verificato il superamento delle soglie previste dalla legge tramite una perizia contabile. Per il resto l’udienza è servita essenzialmente all’ammissione dei testimoni e dei mezzi di prova. L’accusa – sostenuta dal procuratore capo Francesco Novarese – ha dalla sua le fatture contestate, i chiarimenti resi dall’Agenzia delle Entrate, nonché le testimonianze di alcuni fornitori. Dalle carte in mano agli inquirenti emergerebbe, infatti, che siano state addebitate al ristorante Vissani spese destinate in realtà ad altri scopi. L’evasione di cui deve rispondere lo chef è di circa due milioni di euro sebbene la contestazione iniziale fosse di sei. Vissani è, infatti, ricorso all’accertamento con adesione, il cosiddetto concordato, che permette al contribuente di ottenere vantaggi nella riduzione del contenzioso. Nella prossima udienza del 21 maggio il giudice ascolterà alcuni funzionari dell’Agenzia delle Entrate e la polizia giudiziaria. Tutti testimoni dell’accusa che si riserva, in una delle prossime udienze, di far sfilare anche i fornitori.
Impianti di grandi derivazioni, per Orvieto deliberati 450 mila euro
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