Riceviamo da Stefano Olimpieri, capogruppo PdL Orvieto e pubblichiamo.
Con la firma dell’atto di compravendita della Farmacia Comunale il Sindaco e tutta la sua maggioranza hanno portato a termine positivamente un percorso durato un anno e mezzo, oltre ad aver definito un altro fondamentale tassello per la messa in sicurezza dei conti pubblici. Ma questa vendita è anche l’epilogo di un incontestabile risultato politico che ai più non pareva del tutto scontato. Se per decenni la Farmacia Comunale ha contribuito ad alleviare le difficoltà di tante famiglie povere, dai primissimi anni ’80 la riforma del Servizio Sanitario Nazionale l’ha parificata a quelle private: in sostanza, sia le Farmacie pubbliche che quelle private stanno sul mercato senza alcuna distinzione. Ad Orvieto – fino al 2003 – i bilanci erano all’interno del più articolato e complesso bilancio del Comune: da quella data l’allora Giunta Cimicchi decise di istituire l’Azienda Speciale Farmacia Comunale e, quindi, di scorporare e rendere autonoma la gestione della stessa Farmacia. Venne nominato un Consiglio di Amministrazione composto da 5 membri le cui nomine si rifecero pedissequamente alla logica spartitoria del Manuale Cencelli: da quel momento, forse anche per un’elevata incidenza del costo del CdA sul bilancio complessivo dell’Azienda Speciale, è iniziata la Caporetto economico-finanziaria ed in pochissimi anni si sono prodotte perdite per 160.000 euro (ricordiamo che la Corte dei Conti nel 2007 obbligò il Comune di Orvieto a ripianare per intero quella perdita). Di fronte ad una situazione così disastrosa il Sindaco Mocio cercò di invertire la rotta, ma non ebbe la forza ed il coraggio di farlo fino in fondo: infatti, l’unico atto che riuscì a fare riguardò la diminuzione del numero dei membri del CdA, portandolo da 5 a 3. Con l’arrivo del Sindaco Concina venne subito azzerato il CdA e nominato un solo Amministratore il quale – in maniera assolutamente professionale – ha rimesso in sesto i conti della Farmacia, tanto che già dal primo anno il bilancio chiudeva in attivo. Occorre anche dire che la Giunta Concina ha predisposto la modifica della Pianta Organica delle Farmacie nel Comune di Orvieto, creando la possibilità di attuare spostamenti sul territorio: oggi, a differenza del conservatorismo dei tempi passati, una delle quattro Farmacie presenti nel centro storico hanno la possibilità di spostarsi a Ciconia, il tutto per bilanciare i nuovi assetti demografici del Comune. Pertanto, un volta risanati i bilanci della Farmacia, il Sindaco e la sua maggioranza hanno deciso di venderla, mettendola sul mercato ad un prezzo assolutamente congruo. Se è vero che non piace a nessuno vendere pezzi di proprietà pubblica è anche vero che la Farmacia non risulta un servizio fondamentale nella realtà comunale, soprattutto alla luce della riforma del SSN del 1980. La messa sul mercato è stata dettata esclusivamente dalla necessità di rientrare da una montagna di debiti che Concina si è trovato dinnanzi al momento della sua elezione. La Farmacia dovrebbe chiudere l’esercizio 2012 con circa 50.000 euro di utile: quanti anni sarebbero dovuti passare prima che si potesse raggiungere la cifra di 3.000.000 di euro, somma incassata dal Comune per la vendita? Ma la vendita della Farmacia, oltre ad essere un fondamentale tassello per la stabilizzazione dei conti pubblici, è l’esempio più chiaro ed anche più facilmente comprensibile di come sia cambiata la modalità nel fare le scelte politiche. Nessuno lo può scordare, ma contro la vendita della Farmacia si era scatenato un fuoco di fila impressionante messo in campo da quel solito blocco politico, sindacale e burocratico che è stato l’artefice del disastro finanziario del Comune di Orvieto e che – ieri come oggi – si contrappone a qualsivoglia azione riformatrice. Quel blocco ha cercato in tutti i modi di impedire la vendita della Farmacia, ma non ha mai dato soluzioni concrete e serie per mettere in campo operazioni finalizzate a salvaguardare i conti pubblici. Concina e la sua Giunta hanno dimostrato di fare delle scelte e di portarle a termine, senza timore e con grande assunzione di responsabilità. La vendita della Farmacia è un grande risultato per la città ed anche per chi – come tutti noi – ci ha creduto fin dall’inizio.